Le emozioni sono motori importanti del meccanismo che determina le nostre azioni: ci spingono a prendere decisioni; influiscono sullo stato di salute, sul benessere, sulle attività ; determinano la qualità delle nostre relazioni.
Le emozioni fanno parte di noi, ci forniscono informazioni preziose per l’agire e sono in grado di condizionare convinzioni e scelte, anche quando non ce ne rendiamo conto. Rafforzare abitudini nocive, trascurando il potenziale emotivo o non riuscendo a regolarne l’intensità , può produrre effetti devastanti o indesiderati. Può, infatti, accadere di rimanere intrappolati o travolti da un’emozione forte e impedente, tale da generare sofferenza o da non riuscire ad ottenere i risultati desiderati. In alcune occasioni, come ad esempio durante un’interrogazione, un esame, una gara sportiva o un consiglio di amministrazione, può essere difficoltoso mantenere la concentrazione: ci sentiamo paralizzati, distratti o confusi e non riusciamo a controllare il nostro stato emotivo, indipendentemente dalla nostra volontà . Talvolta può accadere di non essere sufficientemente allenati a contrastare il contagio negativo degli altri o a fronteggiare reazioni aggressive. Ne subiamo così inevitabilmente gli effetti deleteri. D’altro canto, può anche capitare di dimenticare o ignorare gli stati emotivi capaci di innescare azioni tali da trasformare la paura in coraggio, la rabbia in competizione, l’abbattimento in motivazione verso il miglioramento, la fatica e l’impegno in passione, la soddisfazione per il risultato conquistato in piacere.
Le emozioni sono sempre coinvolte e influiscono sull’immagine che ci formiamo di noi stessi e degli altri. Il loro effetto, positivo o negativo, dipende, oltre che da meccanismi reattivi automatici, da abitudini e apprendimenti.
A qualunque età e in ogni ambito, allenare le persone a orientare il potenziale emotivo è un metodo efficace per uscire da situazioni critiche personali, familiari, aziendali o sociali. La vita è costellata da sentimenti emotivi e imparare a non giudicarli, ma abituarci a indirizzarli al meglio genera: giovani brillanti nello studio e nel lavoro; insegnanti risonanti in modo da appassionare e motivare gli studenti; imprenditori capaci di guidare le persone e le aziende, grazie all’abilità di connettersi alle emozioni proprie e altrui. Saper governare la paura, utilizzare gli eventi critici per stimolare i ragazzi a studiare o i dipendenti a produrre, anziché generare panico e un contagio negativo inutile, richiede intelligenza emotiva. Il successo in una performance scolastica, sportiva, professionale o aziendale ha a che fare con il nostro talento, con la fortuna, ma anche con la nostra capacità di impiegare le emozioni per risollevarci dalle sconfitte, per motivarci a insistere, o cambiare metodo se necessario.
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